Alberto Calabrese nasce a Lanciano (CH), dove consegue il diploma di ragioniere.

Subito dopo entra all’Enasarco operando presso le sedi di Milano, di Bologna, di Roma presso l’Ufficio Ispettivo Centrale ed infine a Firenze dove per molti anni è ispettore ai contributi oltre che responsabile regionale per la Toscana.

Direttore di diversi corsi per l’iscrizione al Ruolo degli Agenti e Rappresentanti.

Nel gennaio ’83 lascia l’Enasarco per aprire uno studio professionale dedicato esclusivamente al mondo dell’agenzia.

Dal 1985 Consulente Tecnico del Tribunale di Firenze, ricevendo diverse decine di incarichi giudiziari.

Iscritto nel Ruolo dei Periti e degli Esperti e membro della Camera Arbitrale della Camera di Commercio della Provincia di Firenze, svolgendo per lo stesso ente anche il ruolo di docente in diversi corsi di abilitazione per l’iscrizione al Ruolo degli Agenti e Rappresentanti.

Consulente fiduciario dell’Associazione Industriali di Siena nonché di diverse primarie aziende di tutta Italia.

Dal 2005 trasferisce lo studio in un casolare della campagna fiorentina, lasciando a Firenze il rumore del traffico, quello delle sirene e i parcheggi introvabili.

L'impegno "a ciascuno il suo..."

Con tutti i clienti dello studio esiste un patto sottinteso e mai “sottoscritto”, come quello del seguente aneddoto fiorentino:

 

A circa metà di Via del Corso, c’è la sede centrale di un noto istituto di credito.
Quasi di fronte all’ingresso, al di sotto di un piccolo arco, nella stagione invernale operava un venditore di caldarroste con il suo banchino.
Un giorno ad un vecchio amico che gli chiedeva un prestito, allora di 100.000 lire, gli dice di non poterlo accontentare per rispettare un accordo fatto con la dirimpettaia banca.
Alla domanda dell’amico di che natura fosse quell’impegno, risponde che consisteva nel fatto che “lui non avrebbe mai concesso prestiti a nessuno e la banca mai si sarebbe messa a vendere le caldarroste” (…).

 

Morale: ad ognuno il suo lavoro, per non rischiare di perdere i soldi o far bruciare le caldarroste.